Perché la ripresa economica nel nostro paese è anche merito della politica dei due Governi Renzi-Gentiloni ?.
Prendiamo le mosse dalla pubblicazione , da parte di ISTAT , dei dati sulla produzione industriale di dicembre che è salita dell’ 1,6 per cento rispetto al mese prima, e del 4,9 sul dicembre dell’anno precedente. La media 2017 è del 3 per cento in più, il doppio della crescita 2016 e la più alta da otto anni anche se il suo livello non ha ancora recuperato quello precedente la crisi che non è stata , quindi , ben inteso , ancora superata. Si tratta comunque di una forte accelerazione che fa ben sperare per il 2018. Secondo gli esperti ( Sergio de Nardis dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio e Lucio Poma, responsabile scientifico dell’area industria e innovazione di Nomisma , si veda l’articolo di Marco Ruffolo su Repubblica del 10 febbraio ) questo dato positivo è dovuto anche agli incentivi ( Industria 4.0 ) del Ministro Calenda che spingono gli investimenti e quindi la domanda per l’industria che li produce. L’industria è stato il primo settore a dare un contributo positivo alla crescita dei PIL nel primo trimestre 2014.Ma lo hanno fatto e lo stanno facendo anche i consumi delle famiglie che ,non a caso , sono in ripresa proprio da quando il governo , con il primo provvedimento degli 80 euro del maggio 2014 ha cominciato a ridurre il carico tributario e a sostenerli con i vari bonus . I dati statistici dei conti trimestrali del conto economico delle risorse e degli impieghi ( nelle tavole e i grafici sottostanti ) mostrano che è stata la componente della domanda per beni di consumo a dare un contributo positivo , per prima , al PIL ,nel secondo trimestre 2014 ( +0,3% ). In seguito a trainare la crescita del PIL è stata anche la componente della domanda interna degli investimenti ( dal secondo trimestre 2015) . L’effetto trainante sul PIL è evidenziato , nei grafici , quando le due linee ( var.% PIL e var.% della componente della domanda ) si muovono parallelamente. L’effetto contrario negativo o nullo viene mostrato quando la linea della variazione della domanda come quella estera o della spesa pubblica è stata ed è divergente da quella del PIL . Si tenga conto che , in statistica economica , la variazione % del PIL è uguale alla somma delle variazioni % positive e/o negative dei contributi delle componenti della domanda.
Ora il PD , nel suo programma elettorale , propone la continuazione di questa politica economica neo Keynesiana ( combinazione di politica economica dell’offerta e della domanda ), che ha funzionato , rafforzandola con il ,dal lato della offerta :
- Rendere strutturale il credito di imposta per investimenti in ricerca e sviluppo.
- Realizzare un Piano Nazionale per valorizzare le opportunità economiche e ambientali dello sviluppo dell’economia circolare
- Ridurre il cuneo contributivo di 4 punti in 4 anni (dal 33% al 29%) per incentivare il lavoro a tempo indeterminato .
- II Salario minimo legale per combattere i lavori sottopagati
- Portare a centomila il numero degli studenti degli ITS (istituti tecnici superiori): nel tempo dell’intelligenza artificiale e della robotica .
- Riduzione ulteriore dell’IRES fino al 22%: uno dei livelli più bassi in tutta Europa.
- Aumentare la deducibilità IMU per i fondi di professionisti, artigiani e commercianti
- Estendere i PIR anche oltre l’attuale perimetro di legge per consentire alle piccole imprese innovative di competere di più e valorizzare il risparmio italiano
- Istituire uno strumento di formazione del personale delle imprese per un monte ore complessivo minimo iniziale di 150 ore: formazione permanente e capitale umano
- Estendere la misura degli 80 euro anche alle partite IVA e agli autonomi fino ai 26.000€ lordi
- Incentivare fiscalmente , sul modello dell’iperammortamento , chi riqualifica alberghi e strutture ricettive
- Aumentare i fondi nazionali per i farmaci innovativi specie nel settore oncologico e la ricerca contro le malattie rare, agevolando gli investimenti imprenditoriali della ricerca farmaceutica .
Dal lato della domanda , attraverso , cioè , gli investimenti pubblici , con il :
- Raddoppiare i fondi della legge sui piccoli comuni
- Raddoppiare lo stanziamento per le periferie e le aree degradate
- Accelerare le procedure nella ricostruzione delle aree terremotate
- Acquistare nuovo materiale rotabile e bus per dimezzare l’età media della flotta .
- Stanziare altri 10 miliardi per l’edilizia scolastica ( oltre quelli della legislatura precedente).
- Concludere i cantieri aperti per interventi contro il dissesto idreologico finanziati per nove miliardi nella precedente legislatura
- Verificare semestralmente lo Stato di Attuazione dei 15 patti per il Mezzogiorno firmati nella precedente legislatura ,con procedure di coinvolgimento online dei cittadini sull’esecuzione delle opere.
- Introdurre 33 milioni di contatori digitali di ultima generazione per oltre due miliardi di investimento allo scopo di migliorare l’efficienza energetica in ogni edificio.
- Realizzare gli obiettivi della Strategia Energetica Nazionale e ridurre emissioni e inquinamento da plastiche, ponendo l’Italia in anticipo sugli altri Paesi nella lotta contro i rischi del cambiamento climatico.
- Investire fondi su nuovi carceri e ristrutturazione di quelli esistenti ..
e attraverso misure di welfare con il :
- Raddoppiare i fondi per il reddito di inclusione contro la povertà ( oltre quelli della precedente legislatura).
- Incentivare fiscalmente le famiglie che necessitano del sostegno di badanti o di ricovero in case di cura per migliorare la qualità della vita.
- Allargare le condizioni per usufruire dell’APE sociale
- Rafforzare con 2 miliardi di euro l’indennità di accompagnamento graduando l’aumento sulla base del bisogno dei singoli.
- Realizzare un piano nazionale di asili nido da 100 milioni di € l’anno per tutta la legislatura
- Istituire la Carta Universale dei Servizi dell’Infanzia (400€ al mese per i primi tre anni da spendere per asilo, servizi di cura, baby sitter).
- Mutuare dall’esperienza del RBE spagnolo (reddito base emancipazione) la detrazione di 150€ mensili fino a 30.000€ di reddito , per agevolare chi decide di uscire di casa prima dei 30 anni.
- Rispettare in modo rigoroso il limite dell’aggiornamento triennale dei LEA per prendersi cura in modo più efficace di chi vive una situazione di difficoltà.
- Estendere una misura universale di sostegno,a partire da 80€ in più al mese, per ogni figlio fino ai 18 anni
- Abbassare ulteriormento il canone RAI ma azzerandolo alle categorie meno abbienti
E’ questo , certamente , un programma ambizioso , che va finanziato , dovendo , al contempo , ridurre il debito pubblico . L’avanzo primario positivo , necessario a questi fini , ( cioè entrate meno spese pubbliche al netto degli interessi ) a sua volta , deve essere conseguito senza deprimere la domanda e , conseguentemente , il PIL e l’occupazione ( tagliando la spesa “buona” e/o aumentanto la pressione fiscale) ma ricavato attraverso la loro crescita . Esperienza di queste due opposte politiche fiscali sono già state fatte: della prima , con la manovra recessiva adottata dal governo Monti nel 2011 ( che ha provocato il calo del PIL nel 2012 , -2,8% e 2013 , -1,7% ) per far fronte alla crisi dello spread ( ma , in quel momento emergenziale , si poteva fare diversamente ?) e della seconda , con le politiche espansive dei governi Renzi-Gentiloni, di lungo periodo , con le riforme strutturali e di breve , con il sostegno alla domanda mediante un , pur decrescente , deficit spending ( dal 2014 al 2017 , in sequenza , -3% , -2,6%, -2,5% , -2,3%) ma ottenendo l’ aumento del PIL pari a +0,1% , +0,8%, +0,9% , +1,5% , e la sostanziale stabilizzazione del rapporto debito-pil .Dall’inizio della crisi fino al 2013 , infatti , il rapporto debito/pil era aumentato di 29,2 punti percentuali mentre dal 2013 fino 2017 soltanto di 3 punti percentuali , con il livello dell’ultimo anno stabilizzato rispetto il 2016) .A breve si imporrà invece la sua riduzione perché il suo rinnovo dovrà avvenire rassicurando i mercati che ci prestano 400 miliardi l’anno con il probabile venir meno dell’ombrello protettivo da crisi della politica monetaria ( il quantitative easyng ) della BCE . E a breve termine quando la ripresa europea comporterà il raggiungimento di un tasso di inflazione pari al 2% , il target che ha giustificato quella politica monetaria.
Così l’avanzo primario dovrà essere tale da permettere la copertura della spesa per l’attuazione degli interventi contenuti nel programma elettorale ammontante a 35 miliardi di euro secondo Nannicini , suo estensore e la riduzione del debito pubblico.
In che modo ?
- Tornando ai parametri di Maastricht rispettando la regola del 3% al netto degli investimenti pubblici e del cofinanziamento delle infrastrutture sociali e facendo scendere il debito pubblico gradualmente , portando nei prossimi dieci anni il rapporto debito/PIL dal 132% al 100%. Nell’attuale quadro macroeconomico la diminuzione del deficit nominale avverrà , cioè , a un ritmo più lento rispetto ai vincoli troppo stretti sui quali sono calcolati gli attuali obiettivi programmatici di finanza pubblica del fiscal compctat che va superato.
- Investendo nella semplificazione del fisco e nell’incrocio delle banche dati mediante l’obbligo di fatturazione elettronica che a partire dal 1 gennaio 2019 è già previsto dalla legge di stabilità 2018 . Per il 2017 l’Agenzia delle Entrate ha conseguito un recupero di gettito pari a 20,1 miliardi ma la commissione istituita dalla legge 196/2009 ha stimato ben 83,561 miliardi di mancate entrate tributarie di cui per 31,611 miliardi di IRPEF da lavoro autonomo e impresa , per 10,299 miliardi di IRES , per 34,771 miliardi di IVA , per 6,881 miliardi di IRAP oltre a 7,5 miliardi fra locazioni , canone RAI e IMU. Uno spazio di recupero ancora molto più consistente rispetto i risultati dell’anno scorso.
- Recuperando un punto di PIL attraverso la digitalizzazione e il risparmio energetico della Pubblica Amministrazione e la revisione della spesa
- Recuperando le entrate tributarie grazie alla crescita stessa del PIL superiore al 2%
- Facendo pagare alle aziende online che lavorano in Italia le stesse tasse delle aziende offline: stesse condizioni, uguali tasse